“Se desiderate uno spirito tranquillo, per prima cosa regolate il vostro respiro, poiché quando questi è sotto controllo, il cuore sarà in pace: un respiro spasmodico porta invece il cuore in agitazione. Perciò prima di iniziare qualsiasi attività regolate il respiro, che addolcirà il vostro carattere e calmerà il vostro spirito” dice Kariba Ekken, un mistico del XVII secolo.
Secondo la mitologia indiana Vayu è il Dio del vento. Inizialmente ha un’accezione solo atmosferica ma, dalle Upanishad in poi, poiché Vayu nasce dal respiro del Purusha, l’uomo primordiale, diventa esso stesso il simbolo del prana (energia vitale), del respiro cosmico e del respiro individuale.
Durante la pratica di vayu pranayama è possibile sperimentare come il respiro può tramutarsi in un ponte tra il singolo individuo e ciò che gli sta attorno poiché, seguendo l’andamento della respirazione, le braccia simulano la direzione dei vayu, dei soffi, dei venti interni, muovendosi:
Esistno cinque vayu minori e cinque maggiori, ognuno di essi ha una propria funzione, una propria direzione e un proprio ritmo e, ognuno, serve a far circolare meglio il prana nel corpo grossolano e in quello sottile, regolando di conseguenza le principali funzioni dell’organismo.
Se soffri di una qualunque di queste problematiche o, più in generale, se qualcosa non ti è chiaro nelle spiegazioni, non rischiare di farti male praticando, contatta un insegnante qualificato della scuola.
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