Verso la posizione di Virabhadra

  • Categorie Yoga Dinamico
  • Durata 01h 05m
  • Ultimo aggiornamento 21 Dicembre 2022

Descrizione

yoga dinamico Emanuele Sciarrabba verso virabhadrasana rhamni scuola di yoga Francesca Viola Molinari

Le lezioni di yoga dinamico si articolano principalmente in quattro parti:

  • scioglimento generale delle principali articolazioni;
  • allenamento dinamico a confusione muscolare;
  • propedeutiche specifiche per l’asana scelto;
  • esecuzione della postura.

Nello specifico, in questa pratica “Verso Virabhadrasana”, dopo lo scioglimento e l’allenamento, vengono proposte propedeutiche che mirano a:

  • liberare le strutture delle spalle, anche con l’ausilio di una cintura per intensificare gli esercizi scelti;
  • migliorare la flessione dell’anca;
  • allungare i quadricipiti e i flessori dell’anca e, nello stesso tempo, rafforzarli;
  • allungare gli ischio-crurali (muscolatura posteriore degli arti inferiori), spesso corti e sede di tensioni.

Questa serie di esercizi prepara in sicurezza alla postura, riscaldando e mobilitando tutte quelle strutture che si attivano in Virabhadrasana.

ETIMOLOGIA E SIMBOLOGIA

 Virabhadra è il nome che prende il dio Shiva quando assume una delle sue forme terrifiche. Vira letteralmente significa “eroe”, mentre bhadra significa “bendetto”, “propizio”, “degno di lode”. Asana significa “posizione”. Il modo più corretto per tradurre il termine sanscrito è quindi “posizione di Virabhadra” ma, facendo riferimento al significato del termine vira, l’asana viene comunemente chiamato come “posizione dell’eroe”. Virabhadra, secondo la mitologia, è un grande guerriero che emerge dalla terra proprio nel punto in cui il dio Shiva, irato, aveva scagliato un suo ricciolo di capelli, in seguito alla morte della sua consorte Sati.

Virabhadrasana III fa parte delle posizioni di equilibrio e, insieme, di flessione dell’anca.

BENEFICI

La posizione di Virabhadra:

  • lavora sulla mobilità delle anche;
  • permette di rafforzare le strutture a livello della caviglia e del piede (il piede che rimane in appoggio a terra si trova infatti a dover sostenere il peso di tutto il corpo);
  • tonifica la muscolatura delle gambe;
  • con la pratica, progressivamente, l’asana consente di migliorare il proprio senso dell’equilibrio, non solo fisico, ma anche mentale, poiché per vivere l’equilibrio su un piede solo, è necessario mantenere una stabilità psichica, una quiete mentale. Questa attitudine, se coltivata con costanza, può portare ad alleviare stress, ansia e tensione nervosa;
  • migliora la stabilità mentale anche grazie al mantenimento della fissità dello sguardo, fondamentale per mantenere l’equilibrio in postura.

PRECAUZIONI

–  In caso di difficoltà a vivere l’equilibrio su una gamba sola, per evitare di cadere a terra, sarà bene cominciare ad eseguire la posizione vicino ad una parete. Se si esegue l’asana sollevando la gamba destra, ci si posizionerà con il fianco sinistro vicino al muro. Non è necessario appoggiarsi completamente alla parete ma, piuttosto, questa verrà utilizzata come sostegno solo in caso di perdita di equilibrio. In questo modo è possibile progredire nella ricerca della stabilità. Spesso il semplice fatto di sapere che si è vicini ad un sostegno rende l’equilibrio un poco più semplice.

–  La variante della posizione vicino alla parete è consigliata anche in caso di pressione bassa, per evitare cadute dovute a improvvisi giramenti di testa o offuscamenti della vista: se questo dovesse capitare durante l’esecuzione dell’asana, è necessario sciogliere con attenzione la postura, rimanendo sempre appoggiati alla parete, portarsi sdraiati e sollevare le gambe verso l’alto, mantenendole appoggiate al muro per poterle rilassare completamente. Mantenere il tempo necessario e fare sempre un passaggio con la schiena a terra in shavasana, prima di tornare nella posizione in piedi.

– Si sconsiglia di eseguire la posizione in caso di problematiche alle strutture del ginocchio e/o delle anche.

– In caso di iperestensione del ginocchio, è consigliabile eseguire l’asana mantenendo la gamba in appoggio leggermente flessa.


Se soffri di una di queste problematiche o, più in generale, se qualcosa non ti è chiaro nelle spiegazioni, non rischiare di farti male praticando, contatta un insegnante qualificato della scuola di yoga.

Lo Staff Rhamni è qui per te!

 

 

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