Dispepsia: che cos'è?

Prendersi cura di sé partendo da un’alimentazione sana

Che cos’è la dispepsia?


Tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita la sensazione di peso sullo stomaco. Solitamente questa percezione deriva da una cattiva digestione che, in gergo medico, si indica con il termine dispepsia e può essere di tipo acuto oppure cronico.

Quali sono i sintomi della dispepsia?


Il senso di cattiva digestione talvolta è accompagnato da uno o più sintomi molto variabili:

  • gonfiore addominale
  • bruciore di stomaco
  • reflusso gastrico (che corrisponde a una sensazione di sapore acido in bocca)
  • sensazione di eccessiva pienezza dopo i pasti
  • nausea
  • vomito

 

La dispepsia acuta…


Si soffre di dispepsia acuta se alcune delle sensazioni sopra citate si sperimentano solo sporadicamente, risultando quindi non preoccupanti.

…e le sue cause.


Possiamo allora associare questo tipo di dispepsia a due condizioni differenti:

  • un pasto troppo abbondante.
    Se poco prima di coricarci, per cena mangiamo una porzione di lasagna, una di pesce fritto e una di dolce, nella maggior parte dei casi un pasto come questo contribuirà a disturbare il nostro sonno procurandoci un senso di pesantezza di stomaco.
  • un pasto consumato troppo velocemente.
    La masticazione, insieme ad un giusto lasso di tempo dedicato al consumo del pasto, risultano essere fondamentali per un’efficiente digestione che, come sappiamo, inizia nella bocca grazie alla saliva.

La dispepsia cronica…


Si parla dispepsia cronica quando le sensazioni di malessere vengono sperimentate con maggiore regolarità, generalmente sempre conseguentemente a un pasto. Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione benigna (si parla dunque di dispepsia cronica funzionale), ma laddove dovessero esserci segnali come perdita di peso, febbre o sangue nelle feci è importante consultare immediatamente il proprio medico curante, in modo che possa consigliarci eventuali esami di approfondimento.

…e le sue cause.


Quali sono le possibili cause di questa sensazione cronica di cattiva digestione? Possono essere molteplici, legate in alcuni casi a fattori non modificabili e in altri casi al nostro stile di vita. Vediamo quali sono le motivazioni più frequenti:

  • Gastrite: è una condizione associata a un’infiammazione delle pareti dello stomaco e, in alcuni casi, può essere dovuta a un’iperproduzione di acido da parte dello stomaco stesso. Se non trattata, la gastrite può trasformarsi in ulcera gastrica, condizione sicuramente più preoccupante che necessita di un immediato riscontro medico.
  • Disbiosi: con questo termine si identifica una situazione di squilibrio del microbiota, ovvero di tutta quella serie di microrganismi che coabitano con noi il nostro corpo. Differentemente da quanto si pensava in passato infatti, anche a livello dello stomaco si trovano dei microrganismi: tra quelli più conosciuti e temuti vi è l’Helicobacter Pylori, un batterio che, quando si accresce, può divenire responsabile di alcune delle condizioni di cui abbiamo parlato (gastrite, ulcera peptica, carcinoma gastrico). Seppur più conosciuto, l’Helicobacter Pylori non è l’unico microrganismo responsabile dei sintomi di cattiva digestione, in molti casi infatti questa spiacevole sensazione può essere legata anche a una condizione definita SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth o Sovraccrescita Batterica Intestinale), nella quale si assiste a una crescita anomala di microrganismi nell’intestino tenue.
  • Utilizzo di medicinali: da tempo sappiamo che l’utilizzo prolungato di alcuni medicinali può contribuire a peggiorare i sintomi di una digestione lenta. In particolare, un discorso apposito va dedicato agli inibitori di pompa, una classe di farmaci utilizzati frequentemente in caso di gastrite ma che, in alcune situazioni, possono favorire l’insorgere della disbiosi, della SIBO, oppure possono portare ad un abbassamento eccessivo del pH gastrico.
  • Ansia e stress: sembra banale, ma l’ansia e lo stress possono contribuire in vari modi ai processi digestivi. Periodi carichi di tensioni spesso peggiorano le nostre funzionalità digestive e, di conseguenza, il nostro rapporto con il cibo.

Alcuni consigli nutrizionali


Dal punto di vista della dieta ci sono diverse indicazioni che possono essere messe in pratica per alleviare la sensazione di cattiva digestione.

  • Attenzione alla masticazione: abbiamo già visto come la masticazione sia fondamentale. È importante prendersi del tempo per consumare i pasti, possibilmente mangiando seduti davanti ad una tavola apparecchiata. Occorre concentrarsi su quello che si sta facendo, masticando il cibo e degustandolo. Così facendo potremo gustare appieno la pietanza e, soprattutto, eviteremo di sentirci così appesantiti come al nostro solito.
  • Evitare cibi irritanti: in alcuni casi risulta molto utile limitare i cibi considerante particolarmente irritanti per lo stomaco. Agrumi, pomodori, sughi eccessivamente grassi, alimenti fritti, alcolici e bevande troppo calde sono solo alcuni esempi da tenere a mente per poter evitare un’eventuale dispepsia.
  • Evitare di consumare quantità eccessive di liquidi durante i pasti. Al contrario, un alimento che può risultare utile, è l’aceto di sidro di mele: un prodotto fermentato e non pastorizzato, da aggiungere alle verdure o da utilizzare per marinare gli alimenti.

Una cura di sé a tutto tondo


Spesso non è sufficiente limitarsi all’alimentazione e all’eventuale eliminazione degli alimenti più irritanti per mettere fine a sindromi legate all’apparato digestivo. Per prendersi cura di sè occorre farlo a 360 gradi, in modo da poter andare a lavorare anche su quei fattori che sono per noi fonte di stress e ansia. Dunque, dedicate del tempo a voi stessi, in toto, e al vostro equilibrio interiore.



Dott.ssa Stefania Cocolo, Biologa Nutrizionista

 

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