L'esperienza di essere vivi

La gente dice che ciò che tutti cercano sia il senso della vita. Io non credo sia quello che stiamo cercando davvero. Credo che ciò che stiamo cercando sia l’esperienza di essere vivi…”J. Campbell conversando con  Bill Moyers

Come possiamo fare a sentirci vivi?

Finchè continuiamo a perdere il momento presente non riusciremo a fare l’esperienza di essere vivi.

Che strumenti abbiamo a disposizione?

Tantissimi, ma  lo yoga ha qualcosa di speciale: può essere molto utile  perché è strutturato  in modo da aiutarci a recuperare il momento presente ma,  soprattutto, ad abitarlo. Può essere una grande opportunità per vivere una vita propria di significato.

Siamo abituati, tutto il giorno,  ad uno storytelling  infinito che  noi stessi facciamo ancora su di noi. Ha dell’incredibile. E ciò che generiamo sono narrative imprecise, fuorvianti, a volte completamente false e  dettate dall’emozione del momento, a volte insignificanti, a volte ossessive. Continuiamo  tra l’altro a chiederci cosa c’è che non va in noi, cosa c’è di sbagliato, in una sorta di tirannia infinita e crudele. Sempre noi contro di noi.

Il segreto è arrivare a vedere la finzione di tutto questo interminabile processo, che è molto simile a  un uroboro, il serpente /drago che si morde la coda in un cerchio che non ha nè inizio né fine. Sentirsi vivi significa incontrarsi per non perdersi

Una vita di impegni

Innegabile il fatto che anche noi non siamo di aiuto a noi stessi, riempiendoci le giornate con impegni di ogni genere e, con il rischio ormai noto e comune a tutti, di passare da una esperienza all’altra senza rimanere in contatto, nemmeno per il tempo di un respiro, con la nostra natura profonda di uomini e donne. La nostra essenza vera e profonda non è fatta per correre così tanto. Siamo sempre connessi attraverso i social media con tutti e con il mondo intero e contemporaneamente lontani da noi. Paradossale. Siamo il nostro corpo e ci accorgiamo di lui solo se ci fa male qualcosa.Vito Mancuso dice espressamente che «dobbiamo imparare a non riempire di cose inutili il nostro vuoto, governando la mente senza temere la noia che talora arriva. Pensate per esempio all’espressione di uso comune 'ammazzare il tempo': noi siamo tempo, siamo essere e tempo, e se ammazziamo il nostro tempo, ammazziamo il nostro essere avvelenandolo con la volgarità, l’idiozia, la sporcizia. Dobbiamo fare esattamente il contrario: custodire lo spazio vuoto dentro di noi nutrendolo di cose vere, di poche cose vere: poche vere amicizie, poca vera musica, poche vere letture (e meglio ancora, riletture). È la dimensione contemplativa della vita. Se custodiamo il nostro vuoto interiore, esso diverrà il nostro rifugio, la nostra isola, il cuore dentro il cuore, come scrive l’antico testo taoista: 'Dentro il cuore un altro cuore racchiudi, dentro il cuore un altro cuore è presente. Questo cuore dentro il cuore è pensiero che precede le parole'

Quale rischio stiamo correndo?

Quello di disconnetterci e perdere il contatto con chi ci è più vicino, ma soprattutto con la nostra mente e con il nostro corpo, salvo per far ricorso e mai come ora, in una realtà pandemica, ai tanto usati e abusati  psicofarmaci.

Siamo semplicemente distratti e se capissimo che sarebbe sufficiente avere il coraggio di fermarsi per chiederci cosa stiamo facendo e per chi lo stiamo facendo, accompagnando  la riflessione con qualche respirazione consapevole, tutto acquisirebbe una chiara visione. Questa è la nostra cura. Una cura di pochi attimi. La cura della presenza e la consapevolezza non sono un lusso , sono una necessità,  importantissimi nella nostra vita per liberarci da una mente pesante e fortemente condizionata.

Fermarsi a respirare, solo questo dobbiamo imparare a fare.

Può essere utile meditare?

Qualcuno crede che meditare sia l’azione da fare per raggiungere qualche strana estasi o stati di particolare estraniamento, invece è il non dover più "provare a raggiungere qualcosa".

Cambiando la consapevolezza dell'individuo, possiamo cambiare quella di tutta l'umanità. Tutto parte da noi.

Vola. Adesso. Basta fingere quel rasoterra. Vola, vola, vola. Sei più immenso dell’angusto abitacolo del corpo. Non fingere più. Sorgi. Ora. Rimandi sempre.Prendi tutto lo spazio. Brucia tutto il tempo. Sorvola le cime del mondo. Alloggia nel tuo cuore le fate. Le orchesse. Le creature incantate sono tutte qui. A te circondate. Hai cieli, hai stelle, hai prodigi di gioia e abiti nel triste sgabuzzino della vita. Mariangela Gualtieri

Pratica con noi questa lezione di yoga: Body scan

Articolo scritto da Laura Dajelli, insegnante della scuola di yoga Rhamni

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A.S.D RHAMNI SCUOLA DI YOGA

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