Posizioni yoga

Posizioni di allineamento

Allineamento e allungamento

Nel mondo degli asana, esistono posture che prevedono che ci siano delle parti del nostro corpo che vanno in direzione di un allungamento. Ogni volta che si tenta di “allungare”, di distendere a livello delle nostre strutture, si sta anche allineando qualcosa. In particolar modo l’allineamento per eccellenza è quello che porta il capo in linea con il tronco e con il bacino: si tratta di un allineamento vertebrale, armonico. È come se si cercasse di creare strade rettilinee nel proprio corpo, per far sì che il prana, cioè l’energia che ci pervade e ci sostiene, possa scorrere e circolare più liberamente. Allo stesso modo, anche l’allungamento prettamente muscolare, ciò che viene comunemente chiamato stretching, porta molti benefici al nostro corpo, donandogli elasticità, flessibilità, plasticità, armonia e distensione.

Le nostre esperienze di vita

Il nostro corpo è lo specchio delle nostre emozioni, di ciò che siamo stati e abbiamo vissuto, di ciò che siamo e viviamo: non può che assumere atteggiamenti posturali che rimandano a queste nostre esperienze. Lo yoga, con tutte le sue posizioni di auto-allungamento, stiramento e allineamento, arriva ad agire nel profondodi ognuno di noi, allungando i muscoli, i tendini e persino i nervi, portandoci verso un senso di benessere, equilibrio, pace e tranquillità.

Il peso della forza di gravità

Ogni praticante ha provato almeno una volta, nella propria esperienza di yoga, ad iniziare una lezione in śavāsana (la posizione del morente, distesi e abbandonati a terra), percependo e provando un senso di tensione, di rattrappimento sul tappetino. L’insegnante consiglia di distendersi, di lasciar andare le tensioni, ed è solo allora che diventiamo consapevoli di quanto i nostri muscoli e, in generale il nostro corpo, siano contratti. Ogni volta che ci si trova in piedi o seduti, ogni volta che si cammina o si corre, insomma, in ogni situazione di vita, è possibile avvertire quanto, durante il corso delle giornate, la forza di gravità pesi sulle nostre strutture. Per poter reagire a tutto questo peso a cui noi non facciamo caso (proprio perché ci siamo abituati), dobbiamo attivare le nostre catene muscolari anti-gravitarie, ma fare questo lavoro affatica moltissimo il nostro organismo: è come se alla fine di ogni giorno, oltre a fare i conti con le emozioni, le sensazioni, le difficoltà e le gioie che abbiamo vissuto, ci trovassimo fisicamente a far fronte ad una faticafisica intensa, come se avessimo trasportato sulle spalle dei pesi enormi. È proprio questo senso di stanchezza, di oppressione, di chiusura su noi stessi, che spesso fa nascere in noi il desiderio di distendersi, aprirsi, allungarsi... per ritrovarsi.

Il tappetino come luogo di incontro

Ecco allora che stendere il tappetino a scuola di yoga, oppure nella propria casa, magari in uno spazio che siamo riusciti a ritagliarci solo ed unicamente per la nostra pratica quotidiana, diventa importantissimo, sia per la salute fisica, sia per quella psichica. Il tappetino diventa un luogo speciale, dove cominciare ogni nostro nuovo giorno, oppure, dove incontrare nuovamente se stessi alla fine di ogni giornata.

 

 

 

Articolo scritto da Laura Dajelli, fondatrice della Rhamni scuola di Yoga 

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