Lo yoga che ti cura

Il processo di percezione bottom-up

Chi pratica yoga con costanza (e cioè lo trova piacevole, aspetto non secondario su cui torneremo più avanti) si accorge inevitabilmente di una particolare conseguenza: dopo la lezione ci si sente meglio mentalmente ed emotivamente. Non ho timore a fare questa affermazione perché è un riscontro personale e di ogni praticante che abbia incontrato negli anni. Le persone escono dalla lezione di yoga spesso sorridendo, in uno stato di pacificazione e consapevolezza migliori di quando sono entrate a scuola.
Non sappiamo quanto questo benessere durerà, dipende dalle esperienze quotidiane che ci aspettano, ma al momento di terminare la pratica è ben tangibile e sensibile, sia per noi sia per chi ci è accanto.
Di solito infatti la pratica termina con un momento di ascolto di sé nella quiete, proprio per permetterci di percepire il nostro stato fisico e quello emotivo che, in questo caso, sono spesso ben percepibili e integrati. Questa esperienza in psicologia viene definita “processo di percezione (e di benessere) bottom-up”.

Cosa accade sul piano neurologico?

Da un punto di vista neurologico, l’assenza di separazione e l’unità di corpo e mente è un dato di fatto, ormai consolidato da tempo per tutti gli scienziati.
L’anatomia del sistema nervoso (non solo nell’uomo, ma in tutti gli esseri viventi) prevede che le informazioni circa il nostro benessere viaggino sia dal cervello (sede del pensiero e del significato che diamo alle esperienze) agli organi (ad esempio cuore, polmoni, stomaco, intestino, pelle), sia in senso inverso, dagli organi al cervello.

Esempi concreti

Questo significa che se siamo preoccupati per un esame (pensiero), può darsi che ci batta forte il cuore, ci si secchi la bocca, ci venga da correre in bagno o addirittura ci sentiamo mancare.
Ma può anche capitare che ci sentiamo male istantaneamente alla vista del sangue prima ancora di aver capito cosa stia succedendo.

Il cervello e gli organi di senso

Questo accade perché in caso di “pericolo” i nostri organi di senso trasmettono al cervello l’informazione e il cervello “ordina” agli organi di predisporsi a reagire (il respiro e il battito accelerati predispongono la fuga, così come lo stimolo alla evacuazione), prima che l’informazione arrivi alla consapevolezza del pensiero: in pratica possiamo svenire o scappare prima di essere riusciti a capire cosa stia succedendo.

Non sempre possiamo controllare le nostre reazioni fisiche

La cosa importante di questo discorso è che non siamo responsabili delle nostre reazioni fisiche agli eventi: esse sono automatiche e regolate dalle leggi evolutive della sopravvivenza, che molto raramente rispondono alla volontà.
Noi non possiamo controllare il nostro batticuore, la nausea, il mal di pancia, la sudorazione, il respiro affannoso, la sensazione di freddo, i capogiri, il pianto e il riso, quindi non ne siamo responsabili, anche se questo spesso ci causa imbarazzo, quindi ci vergogniamo e infine ci giudichiamo male (sono stupido, sciocco, debole o altro che ci viene dalla nostra educazione).

Per gli iscritti alla piattaforma si consiglia di praticare la seguente lezione https://yogaonline.rhamni.it/courses/benessere-della-colonna-vertebrale/

E le esperienze positive?

Anche le esperienze positive si trasmettono per processi top-down o bottom-up. Ancor meglio, i processi di guarigione avvengono per via top-down o bottom-up.
Molti sono gli studiosi e gli psicoterapeuti che conoscono e lavorano con questi processi (per fare alcuni nomi: Pat Odgen, Bessel Van der Kolk, Roger Solomon, Peter Levine, Janina Fisher, Edward Tronick. E in Italia: Isabel Fernandez, Annarita Verardo, Antonio Onofri e molti altri), tuttavia la psicoterapia rimane un processo prevalentemente top-down e questo è il suo valore, perché se combinata ed integrata con un percorso bottom-up serio, fondato e costante nel tempo, permette di dare significato alle esperienze di benessere e di guarigione che i nostri sensi (la nostra pratica) trasmettono al cervello, consolidandone il potere trasformativo e di guarigione.

Yoga

Il processo di guarigione bottom-up

I processi di “guarigione” bottom-up funzionano nello stesso modo in cui l’abbraccio della mamma calma il proprio bambino, così come il suo canto e la sua voce favoriscono il sonno.
Da un punto di vista sensoriale queste percezioni sono necessarie e sufficienti all’essere umano (ma anche a tutti i mammiferi) per percepirsi al sicuro. Esse non sono mediate dal ragionamento, e per questo sono più rapide e “potenti”.

L’organismo si quieta

La nostra natura e le leggi dell’evoluzione hanno compiuto un capolavoro, permettendoci di recepire questi segnali, e trasmetterli dai nostri organi alle sedi cerebrali che governano il nostro sistema corpo-mente. Il nostro organismo intero si quieta, anzi per meglio dire il nostro organismo si riunifica nella pace e nella tranquillità.

Lo yoga che riunifica

Lo yoga funziona esattamente così, perché la scienza millenaria che ha ispirato la pratica aveva questo come obiettivo: la guarigione e la riunificazione dell’esperienza umana. Nello yoga nessun gesto è lasciato al caso, ogni movimento ha un significato, un motivo, un valore. E soprattutto ogni movimento si appoggia sul respiro e ciò permette una riunificazione che coinvolge il pensiero facendo sì che rimanga connesso nel qui ed ora della pratica. Questa è la tangibile esperienza che ci fa sentire riunificati e che genera quiete.

Ascolto dei propri limiti, accettazione di sé

Ecco perciò le condizioni perché lo yoga sia realmente un processo di regolazione bottom-up: la pratica deve essere guidata da un insegnante esperto e consapevole di questi processi, e soprattutto deve essere piacevole. La pratica può certamente richiedere uno sforzo fisico, ma la ragione per cui non deve mai essere forzato alcun limite è proprio questa: la percezione del dolore causa un movimento di difesa dell’intero organismo, una chiusura e uno stress dal quale spontaneamente cerchiamo di sottrarci. A queste condizioni sarebbe naturalmente impossibile un processo di “guarigione” o semplicemente di riequilibrio bottom-up.

Lo yoga che ti cura

Ecco invece che quando la pratica ci fa fare esperienza di stabilità e di benessere, in automatico questo si riverbera sul nostro equilibrio psicofisico, “guarendoci” automaticamente. Questa percezione può essere temporanea, ma con la pratica tende a stabilizzarsi e perdurare, consentendoci di affrontare con maggiore capacità di resilienza le esperienze quotidiane. 

Per gli iscritti alla piattaforma si consiglia di praticare la seguente lezione:https://yogaonline.rhamni.it/courses/benessere-della-colonna-vertebrale/

Dott.ssa Lidia Tregnago, psicologa, psicoterapeuta, esperta EMDR, lavora presso il Centro Rhamni a Gallarate

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