“Contrariamente all’opinione corrente, il cervello non va fatalmente incontro, con gli anni, a un processo irreversibile di deterioramento. Sia Tiziano che Michelangelo e molti altri artisti di straordinarie capacità creative - Picasso tra questi - continuarono a realizzare opere di eccezionale valore sino a tarda età.”
Rita Levi Montalcini
C’è qualcosa di straordinario che è stato scoperto e che accade dentro di noi migliaia di volte al giorno: i neuroni vengono riparati da altre cellule chiamate gliari, cioè cellule di supporto. E' ciò che accade nel caso degli astrociti: hanno lo scopo di sostenere fisicamente i neuroni, proteggendoli anche da eventuali lesioni, quindi nutrendoli.
Il capo è il neurone, il servitore è l'astrocita: si tratta di un dialogo chimico, non elettrico, e di tipo anatomo-fiosiologico. Ciò significa che ci sono dei peptidi, dei messaggeri cellulari, in grado di mettere in comunicazione la glia con il neurone e questo fa sì che si attivino dei fattori di stimolo e di crescita. Le neuroscienze ci parlano proprio di qualcosa che avviene sotto forma di riparazione e autoriparazione. Più si studiano questi fenomeni, più ci si accorge che esistono davvero: siamo ormai costantemente supportati da ricerche e dati scientifici per cui possiamo affermare che esiste una capacità endogena di riparazione di queste preziose cellule del nostro cervello.
Questo processo di riparazione prende il nome di neuroplasticità e ha molto a che fare con un altro meccanismo altrettanto importante nella vita di ogni essere vivente: la resilienza. La neuroplasticità avviene principalmente in modo volontario, eppure le neuroscienze ci dicono chiaramente di allenare il nostro cervello al benessere. E' possibile farlo. In che modo? Educando i nostri neuroni e quindi stimolando quella capacità di adattamento di cui la natura stessa ci ha fornito naturalmente. Più li alleno, più consolido e stabilizzo i circuiti neuronali. Lo yoga, con le sue pratiche psico-fisiche e di respirazione, la meditazione e la Mindfulness con protocolli MBSR o MBCT, si inseriscono ormai sempre più frequentemente come attività riconosciute a livello mondiale, per sostenere meglio la neuroplasticità cerebrale.
Allenare i neuroni è fondamentale affinché si possa creare un'interazione di miglioramento, altrimenti essi tenderebbero, per natura, a fare il minimo indispensabile. Ecco perché dobbiamo aumentare la loro stimolazione con pratiche adatte:
L'essere umano possiede circa 100 miliardi di neuroni. Ogni neurone presenta 10.000 sinapsi per diverse funzioni: movimenti, pensieri, emozioni, azioni. Il neurone ha una forma stellata con una coda lunga che è chiamata assone. E’ il suo punto terminale che permette la comunicazione. Lì, alla fine della sua coda, c’è un bottone presinaptico.
Abbiamo parlato fino ad ora di una comunicazione di tipo elettrico tra astrocita e neurone ma, quest'ultimo, comunica con gli altri neuroni con un dialogo anche chimico oltre che elettrico: la comunicazione avviene in maniera elettrochimica, attraverso una sinapsi. Ciascuna cellula è caratterizzata dal fatto di essere delimitata da una membrana cellulare che ha, al suo interno, alcune sostanze chimiche, cioè dei minerali, come gli elettroliti, e al di fuori presenta uno spazio intercellulare, composto anch’esso di minerali. E’ solo quando si assiste a una differenza di concentrazione, una differenza di potenziale, tra i diversi minerali -potassio, sodio, cloruro, magnesio...- tra l'interno e l'esterno del neurone, che cambiano le permeabilità delle varie membrane e gli elettroliti, che sono ioni caricati positivamente o negativamente, danno una piccola scossa elettrica, che arriva al bottone sinaptico. A questo punto si rompono le vescicolette che vi sono all’interno, e si immettono in circolo i neurotrasmettitori. In particolare un solo neurotrasmettitore specifico dovrà legarsi a un recettore altrettanto specifico, in grado di riconoscerlo e quindi di accettare il messaggio. La sinapsi è un aggancio, che induce un nuovo potenziale elettrico d’azione. E via così, in modo ovviamente molto veloce: la velocità di comunicazione elettrochimica è pari circa a 1-4 mt al secondo.
Ciò che è assolutamente straordinario è che lo stesso meccanismo vale anche anche per tutta la parte relativa alle emozioni, cioè quella neuro-emotiva. Un individuo ansioso, depresso o stressato, può attivamente azionare circuiti del suo cervello che sono invece associati al miglioramento della gestione delle sue emozioni e del suo stato d’animo. Può arrivare a:
Inoltre può ridurre i livelli di sofferenza nei casi di:
Ebbene sì, mente e corpo costituiscono un unicum. Per fare un esempio: un aumento delle citochine, le molecole immunitarie che portano infiammazione, può causare malattie quali artrite, diabete e patologie cardiocircolatorie. Secondo uno studio fatto dai ricercatori della Ohio State University, gli ormoni dello stress, l’adrenalina e l’epinefrina, afferma riversandosi e sostando in alta concentrazione e per situazione prolungata nel tempo, nel circolo ematico, possono arrivare a compromettere il nostro preziosissimo sistema immunitario. L’Università di Pavia ha invece studiato come sentimenti quali l’amore, la benevolenza e la gratitudine, aumentino i livelli del fattore di crescita delle cellule nervose, contribuendo al ripristino del sistema nervoso e a un miglioramento della memoria. L’amore sembra anche avere facoltà di portare a una riduzione dei livelli di dolore, un cuore più sano e una vita più lunga.
Quindi, il sistema nervoso, può evolvere anche nella parte neuro-emotiva: negli ultimi 10-15 anni, le neuroscienze si sono occupate anche di questo aspetto, scoprendo che si può educare e quindi intervenire persino su questa parte legata all'emozionalità. Si pensi a tutto lo sviluppo delle teorie dell'epigenetica, che arriva a coinvolgere il concetto di cambiamento anche nel DNA. Perciò, così come si possono rieducare i neuroni preposti alla parte motoria, ciò può accadere anche con la parte neuro-emotiva. Fino a qualche tempo fa si pensava che solo i farmaci potessero tenere alta la vita dei neurotrasmettitori, vedi per esempio i farmaci di adattamento, come i serotoninergici o gli antidepressivi. Ora si può pensare anche a un’alternativa o a un loro azione sinergica (complementazione di farmaco e terapia, nei casi in cui il farmaco è indispensabile).
La mente è dappertutto: non è una frase esoterica, retaggio di un mondo orientale o new age. L’esempio chiaro è la serotonina: è presente nel cervello, ma la si ritrova anche nelle cellule enterocromaffine che, invece, sono ubicate nell’intestino. Ma c’è un passo in più che dobbiamo fare per meglio comprendere che la mente è ovunque: tutti i nostri ormoni si riversano nel circolo ematico e quindi hanno modo e occasione di dialogare ed entrare in interazione con altri organi, apparati e sistemi, con altri neurotrasmettitori e cellule che esulano dal sistema nervoso, trasportati appunto dal sangue. Certo la mente non è fatta di carne e sangue a differenza del nostro cervello. Gli oggetti che noi pensiamo sono riflessi nella nostra mente e quindi la mente può solo vivere di rappresentazioni ed immagini e si muove continuamente. La mente è un flusso, un processo, ed è per questo che possiamo comprendere il flusso e il movimento della vita tutta, che accade intorno a noi. I dati sensoriali cambiano in continuazione e la nostra mente multitasking segue i cambiamenti ed è così che si spiega la continuità che noi avvertiamo. Se la mente non fosse in grado di fare questo, si congelerebbe su un unico pensiero, sarebbe bloccata.
Facciamo l’esempio di una giovane donna che non sta molto bene, dorme poco la notte, ha sempre fame, oppure è sempre infreddolita o sempre molto accaldata. Andiamo a vedere quella struttura del sistema nervoso centrale diencefalica che si chiama ipotalamo. Nell’ipotalamo ci sono dei nuclei, cioè degli aggregati di corpi neuronali, che trasportano e regolano le cose più disparate tra loro:
Ecco allora spiegato perché anche le emozioni, in senso chimico, possono passare dall’ ipotalamo al corpo. L’approccio olistico è quello che si sta dimostrando molto utile in casi come quello citato poco sopra. Si potrebbe pensare di intervenire, con la giovane donna, proponendole alcune delle attività elencate nell’articolo, lavorando su dialoghi di armonia, nella comunicazione anche cellulare, a tutti i livelli possibili. Nella scuola di yoga Rhamni, ormai da tredici anni , al primo piano, sopra alla palestra, alcuni professionisti stanno mettendo in atto trattamenti integrati allo yoga con grande successo. Psicoterapia, nutrizione, osteopatia, massaggi e yoga.
https://www.rhamni.it/trattamenti-integrati-il-benessere-della-persona
Articolo scritto da L. Dajelli, fondatrice della Rhamni scuola di yoga